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Prima condanna per un mentitore che pensa di aver licenza di diffamare
Lo conoscete quel proverbio che dice Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino, vero? Si tratta di un detto che intende indicare che chiunque compia (ripetutamente) un’azione che vuol tenere nascosta, azione negativa, alla fine rischia di lasciarne una chiara traccia. E, in senso più lato, il proverbio vuol significare che chi sbaglia ripetutamente, chi si comporta male e pensa di farla franca godendo di una sorta d’impunità, alla fine paga pegno e viene punito.
Bene, ho pensato a quel proverbio stamattina, quando ho appreso che un diffamatore seriale e matricolato, un bugiardo che racconta balle (magari manovrato da qualche incauto cialtrone), un figuro che dà a persone di specchiata onestà del “giornalista prezzolato” e si presenta come una candida verginella, una vestale del giornalismo pulito e dalla parte del consumatore mentre invece propone tanto di redazionali a pagamento, cosa che i giornalisti perbene si guardano bene dal fare, è stato sanzionato da un Tribunale della Repubblica.
Ieri difatti il Tribunale di una città dell’Emilia Romagna ha emesso una sentenza nei confronti di tale “giornalista” (iscritto solo alle liste speciali, né pubblicista né professionista) che era stato querelato da un altro collega per ingiurie: il diffamatore è stato condannato a 800 euro di multa e al pagamento delle spese processuali. Il PM aveva chiesto 600 euro di multa.
Al di là dell’ammontare ridicolo della cifra che il cialtroncello, lo sbruffoncello poco più che trentenne che si atteggia a paladino dell’informazione indi-pendente, dovrà pagare, la cosa significativa è che per la prima volta il tizio, non lo nomino più perché ho deciso di fare come il grande Cetto La Qualunque che si rivolgeva così al suo avversario politico De Santis: “non ti sputo che ti profumo, non ti pisciu ca ti lavu, no ti caco ca ti ingiprio”, si è presa una lezione. La prima di una serie di lezioni, di ogni tipo, che lo attendono.
Capirà l’antifona? Siccome è arrogante, pieno di sé, esaltato, temo proprio di no…
Due brevi note di presentazione Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo.
Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura,
musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Continua a leggere ...
Lei alla fine ha poi fatto denuncia o no?
Saranno o non saranno affari miei dei quali non devo rispondere né a lei né a nessuno?
On teoria sono affari suoi. Ma dopo avere scritto 20 volte cai 4 venti che l avrebbe fatta…sono affari non più privati.
Non l’ha fatta. Capito
non ha capito proprio niente e non ha elementi per arrivare ad alcun tipo di conclusione. Ogni sua parola é gratuita, inutile, fuori posto
Vuol vedere Ziliani, che tal Renato Villa in realtà è proprio lui, lo sbruffoncello in questione ?
con ogni probabilità é il coglione che fa rima con… cazzone, sbruffone, cialtrone!