Editoriali
Con Patuanelli alle Politiche Agricole quello Draghi il migliore dei governi possibili?
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Confermati Di Maio, Speranza, Lamorgese: una vergogna senza fine
Il Regime e i suoi servi sciocchi, gli inutili idioti che siedono in larga parte delle redazioni dei quotidiani e telegiornali, avevano salutato il suo incarico come l’avvento del novello Eldorado, come se invece di un euroburocrate cul et chemise con il mondo malefico della finanza internazionale, arrivasse a Palazzo Chigi un Re Sole dei tempi nostri, un Richelieu, un Cavour o anche solo, magari, un De Gasperi o un Luigi Einaudi.
Tutti dunque a prostrarsi ai piedi del nuovo padrone, tutti pronti a salire appassionatamente sul carro del vincitore, dell’uomo della provvidenza (ciao Mamma non confondiamo l’oro con il ferro…) incaricato da un Presidente della Repubblica golpista che per non mandare gli italiani a votare si era inventato scuse ridicole e che piuttosto che sciogliere le camere avrebbe conferito un mandato esplorativo persino ad Alvaro Vitali e Bombolo…
Consultazioni, grandi paroloni, aspettative, annunci e promesse di un governo di “alto profilo” (e dire che con certe presenze sarebbe stato meglio parlare di governo con uso di profilattici) e poi ieri sera, sciolta la riserva, presentata la lista dei ministri, è cascato l’asino, si è visto il vero volto, tutt’altro che trascinante o magico, del sciur Draghi.

Nel governo tre amichetti (tra cui una bellissima Donna, la carfi Carfagna) del puttaniere di Arcore, tre amici di Salvini (e perché non ripresentare Centinaio che come ministro delle Politiche agricole aveva fatto molto meglio della ex bracciante amica di Renzi?), una serie di “tecnici” che sulla carta vantano curriculum professionali altisonanti, ma gli stessi curriculum avevano anche svariati componenti del più fetido governo della Repubblica italiana, quello di Monti-Fornero, e poi, incredibile, squallido, vergognoso ma vero, la conferma di personaggi che hanno dimostrato tutta la loro incapacità e inadeguatezza come il veterocomunista Speranza alla Salute, il bibitaro campano agli Esteri e l’amica e protettrice degli invasori Lamorgese. Che Salvini, dimostrando un pelo sullo stomaco lungo da qui a Las Vegas, ha accettato senza porre alcun veto alla sua riconferma.
E poi, la “ciliegina sulla torta” e veniamo a quel mondo agricolo e del vino di cui si occupa questo blog, la scelta del nuovo ministro delle Politiche agricole, che secondo decenza, se questa infame classe politica avesse un minimo di decenza e non fosse indecente, bisognava scegliere capace e ben introdotto a Bruxelles. Cosa che la Bellanova non era e non sarà mai nemmeno tra sei vite.

E cosa hanno scelto Draghi e il suo compare Mattarella invece, un tizio nato a Trieste (almeno una buona cosa) 47 enne, tale Patuanelli, che di agricoltura non sa una beata fava, è laureato in ingegneria, è da sempre fedelissimo di Di Maio e rappresenta l’area moderata dei 5 Stelle, è stato pessimo ministro dello Sviluppo Economico nel primo governo del pochettaro pugliese, e magari è anche astemio e le sue competente e conoscenze in campo agricolo sono nulle e di sé dice “di amare lo sport in generale ed in particolare la pallacanestro e l’atletica. “Purtroppo gli impegni professionali, familiari e l’attivismo politico mi hanno costretto a tralasciare l’attività sportiva. Mi piace la musica e suono da autodidatta il pianoforte. Amo l’arte, prediligendo la pittura, e, ovviamente, l’architettura”.
Che dire? In Francia, nella civilissima e adorata Francia dove si inventano piani nazionali di rilancio dell’agricoltura, dove si invitano i cittadini francesi (non gli amici della Lamorgese) a tornare nelle campagne, dove c’è una coscienza agricola e paysanne, Macron e Castex nominano come ministro dell’Agricoltura un personaggio del calibro di Julien Denormandie (leggere qui il suo curriculum su Wikipedia) in Italia Mattarella e Conte, pardon Draghi, tanto cambia poco, hanno scelto Patuanelli il cui curriculum è desolante.
In Europa progettano cose deliranti, “L’Unione europea vuol cancellare i fondi per la promozione di carne, salumi e vino prevedendo addirittura etichette allarmistiche sulle bottiglie come per i pacchetti di sigarette”, e noi invece di mandare a difendere gli interessi dei nostri viticoltori un grande ex ministro, prodiano, come Paolo De Castro, il cui nome avevo fatto in questo articolo, chi manderemo? Patuanelli… No comment, se dicessi quello che penso rischierei la querela.
Una sola cosa dico in chiusura, (invitando en passant a leggere il magnifico ricordo del grande musicologo Paolo Isotta scomparso ieri, scritto dall’amico e mio ex direttore, quando collaboravo al Secolo d’Italia, Gennaro Malgieri). Il mio bravo più sincero (non divento matto per lei, ha un terrificante accento romanesco e quando è stata ministra in un lontano governo Berlusconi non ha dimostrato molto di essere di destra) a Giorgia Meloni, che ha scelto deliberatamente e lucidamente, con il core e con la testa, di restare fuori dalla sozza ammucchiata del governo guidato dal demiurgo economista, accademico, banchiere e dirigente pubblico, appassionato di golf.

Avanti così Giorgia e quando finalmente andremo a votare, spero tra un anno ma se gli Dei vorranno anche prima, sono pronto a scommettere che Fratelli d’Italia, l’unico partito che orgogliosamente ex missino potrei votare senza vomitare, arriverà al 20% ed eroderà tanti voti che oggi vanno alla Lega del furbo e incolto Salvini e a quel che resta del partitello del satrapo Berlusconi.
Avanti così e vedrà che la coerenza, il coraggio di rimanere soli all’opposizione (meglio soli che male accompagnati) verranno ripagati. Viva l’Italia, nonostante i Conte (Giuseppi e Antonio), i Mattarella, i Di Maio e i Patuanelli.
n.b.
non dimenticate di leggere anche il mio nuovo blog personale www.francoziliani.it e Lemillebolleblog www.lemillebolleblog.it
Due brevi note di presentazione Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura, musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Continua a leggere ...

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http://winecouture.it/2021/02/13/stefano-patuanelli-allagricoltura-ma-il-vino-non-dimentica/
ottimo articolo, rilievi precisi e interessanti
Buongiorno
Purtroppo non mi posso permettere i commenti che vorrei fare però …
Che dire del rispolvero anche di brunetta e germini?
Michel R.
Ma non aveva aperto un altro blog per parlare di argomenti che non fossero la degustazione dei vini?
lei sa leggere? Qui si parla del Ministero delle Politiche agricole che fino a prova contraria ha tra le sue competenze anche il mondo vino. Se non sa leggere vada pure su Intrallazzavino, é il blog per lei