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Sommessi interrogativi su un esempio di cattivo gusto e spregio al paesaggio
Ho già detto altre volte quello che penso di questa cantina, che qualche anno fa è sorta, senza che nessuno degli enti competenti in materia impedisse lo scempio, sulla parte bassa della sacra collina dei Cannubi, quasi di fronte alla struttura vetro e acciaio di Terre da vino, che oggi al confronto sembra un esempio di inserimento armonico nel paesaggio.
Per me quella della cosiddetta Astemia pentita (ma si poteva pensare ad un nome tanto insensato?) è una cantina non solo orribile architettonicamente, due scatole da scarpe una sopra l’altra, una delle due di sbieco, ma rappresenta l’ennesimo oltraggio, come il Resort Boscareto a Serralunga d’Alba, come la nuova cantina del povero Domenico Clerico al rondò per salire a Monforte d’Alba (una specie di navicella spaziale che vista da Novello sembra un orribile garage multipiano), le cantine Damilano, al sacro paesaggio delle vigne del Barolo.
Ora apprendo che anche solo il passare davanti alla cantina (i cui Barolo finiscono in bottiglie di foggia demenziale: e il Consorzio Barolo Barbaresco cosa ha detto? Nulla) proprietà della ricca e potente famiglia Vezza (saranno mica parenti dei Dogliani del Boscareto?
Stesso cattivo gusto, stessa violenza verso quel paesaggio vitato che sarebbe anche patrimonio Unesco) secondo la quale “l’architettura dell’edificio è una dichiarazione d’amore verso l’estetica pop. Due grandi volumi sovrapposti appoggiati sulla dolce collina dei Cannubi evocano le forme di due casse da vino fuori scala”, creerebbe dei problemi.
Leggo questa cronaca della Gazzetta d’Alba che parla di un automobilista finito fuori strada, fortunatamente ferito solo leggermente, transitando davanti al “capolavoro” e mi sorge un dubbio. Non è che oltre ad essere orribile la cantina dell’Astemia pentita (diventerei io astemio se l’unico Barolo al mondo fosse il loro…) porta anche un po’ sfiga?
Mi sa che urge esorcista e in ogni caso sappiate che si può salire a Barolo non solo percorrendo la “circonvallazione”, ma dalla vecchia strada che passa davanti al cimitero dove riposa Bartolo Mascarello.
Così, allungherete un po’ la strada, ma esorcizzerete i rischi e le insidie in agguato e soprattutto eviterete di transitare davanti a quella perfetta testimonianza della moderna creatività architettonica e dello spregio urbanistico di taluni e vi risparmierete qualche cattivo pensiero indirizzato a coloro la cui azione dimostra che l’intelligenza, il garbo, il buon gusto sono diventata merce rara anche nella sacra e ingrata terra di Langa… A buon intenditor…
Due brevi note di presentazione Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo.
Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura,
musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Continua a leggere ...
Ecco io non voglio commentare il gusto personale della produttrice per l’estetica di questa cantina, (che peraltro troverei anche originale) se non fosse che è edificata su un suolo “sacro” unico al mondo e che gli stessi produttori dovrebbero avere il buon senso di rispettare. Un territorio che non merita certo di essere violentato e deturpato da costruzioni che nulla hanno a che fare con tanta bellezza. Quanto alle bottiglie invece lascio ai russi l’onore di acquistarle.
Guardi, io ho una moglie russa e posso assicurarle che ha un’eleganza, un buon gusto e una raffinatezza che tante donne italiane neanche si sognano! Non vedo in giro tutti questi Marcello Mastroianni e Sophia Loren… Pensiamo piuttosto alla nomea che noi italiani abbiamo all’ estero
Concordo pienamente con quello scritto dal signor Marcello, la nostra convinzione, figlia casomai di una tradizione millenaria, ci porta a delle convinzioni che sono lontanissime da quelle che e’ la realta’ contemporánea. Cerchiamo di guardare sempre la parte positiva degli altri e mai quella negativa dove a volte quest’ última e tutt’altro che negativa. Sólo con questa mentalita’ potremmo ritornare a dire la nostra e non sólo in campo enologico.
Ecco io non voglio commentare il gusto personale della produttrice per l’estetica di questa cantina, (che peraltro troverei anche originale) se non fosse che è edificata su un suolo “sacro” unico al mondo e che gli stessi produttori dovrebbero avere il buon senso di rispettare. Un territorio che non merita certo di essere violentato e deturpato da costruzioni che nulla hanno a che fare con tanta bellezza. Quanto alle bottiglie invece lascio ai russi l’onore di acquistarle.
Guardi, io ho una moglie russa e posso assicurarle che ha un’eleganza, un buon gusto e una raffinatezza che tante donne italiane neanche si sognano! Non vedo in giro tutti questi Marcello Mastroianni e Sophia Loren… Pensiamo piuttosto alla nomea che noi italiani abbiamo all’ estero
Concordo pienamente con quello scritto dal signor Marcello, la nostra convinzione, figlia casomai di una tradizione millenaria, ci porta a delle convinzioni che sono lontanissime da quelle che e’ la realta’ contemporánea. Cerchiamo di guardare sempre la parte positiva degli altri e mai quella negativa dove a volte quest’ última e tutt’altro che negativa. Sólo con questa mentalita’ potremmo ritornare a dire la nostra e non sólo in campo enologico.