Degustazioni
Barolo Terlo 2014 Camerano
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6 giorni fail

Un Barolo che ti porta nel bicchiere e ti emoziona
Dai bella gente, mi sono stufato di perdere tempo con le isterie, le paturnie mentali di qualche Donna enoica con un culto di sé che al confronto il cicciobello coreano è umile, e di una wine witer che farebbe bene a tornare alle aste del vino, così eviterebbe di consigliare di abbinare il Vin Santo alle ostriche facendo ridere il mondo, e torno a parlare di vino, e del mio vino del cuore, Re Barolo.
Non parlerò di donne, anche se ho conosciuto questo vino e questa azienda è per merito di una Donna, e che Donna, una delle più belle e affascinanti donne che abbia conosciuto nella mia vita, che parecchi anni fa, quando ancora viveva a Barolo e non à Versailles come ora, dove ha tre bambini bellissimi e un fortunato marito che la riempiono di gioia, mi fece conoscere la sua azienda. E fu subito colpo di fulmine. Per i suoi vini, certo, ma anche, che piciu che fui, anche per lei…
Voglio consigliarvi un grande Barolo (ce ne sono ancora un migliaio di bottiglie in cantina) del controverso (annata difficile e piovosa e per tanti esiti positivi ci furono altrettanti risultanti poco convincenti sui grandi Nebbiolo di Langa) millesimo 2014, che io amo, come amo il 2015, troppo facile amare il 2016, troppo banale, che potete portarvi a casa se tirate fuori intorno ai 30 euro.

Un Barolo che, guarda caso, le varie guide stordite come sono ignorano, e che sono io a farvi conoscere perché di Francesca Camerano, che à Paris ha creato, anche con un mio piccolo aiuto, Ardesiaco, e, anche di suo fratello Vittorio, che questo vino ha fatto insieme al suo grande Babbo Pier Ettore, da cui ha imparato tutto e che ci ha lasciato giusto un anno fa di questi giorni, sono amico.
Perché sono amico del Barolo vero, quello che quando lo stappi e lo versi nel bicchiere resti senza fiato e ti emozioni e ringrazi Bacco di non essere astemio. Un Barolo grande quasi come la divina Héléne Grimaud quando interpreta il Primo Concerto per pianoforte di Brahms, e tu la ascolti e guardi il video e non sai se ammirare di più l’interprete ispirata o una Donna di inarrivabile bellezza.
Siamo a Barolo dunque, in una cantina, Camerano, 12 ettari di proprietà, coltivati a Nebbiolo, Dolcetto e Barbera, posta proprio al centro del borgo, accanto alla cantina dei miei amici Barale e a due minuti a piedi alla cantina che fu di Bartolo Mascarello e che ora è di sua figlia Maria Teresa.
Nessuna concessione alle mode per produrre i grandi vini delle Langhe, in primis il Barolo e i suoi “cru”, come la tradizione impone. Non fate caso al sito Internet, che è in rifacimento e dove non troverete, mannaggia, il Barolo di cui vi sto parlando, ma fidatevi, vi ho mai tirato pacchi sul Barolo e anche sul resto?

I Camerano, ora Vittorio Camerano, di cui ho parlato di recente di un ottimo Langhe Nebbiolo, producono Barolo Cannubi e il Barolo Cannubi San Lorenzo, entrambi da vigne site nel comune di Barolo, vigne che hanno età variabile dai 5 ai 30 anni. Barolo con stile tradizionale, con macerazioni di oltre dieci giorni di durata e affinamento in botti di rovere da 25, 30, 50 ettolitri. Vini anti-spettacolari, non marketing o guide oriented (che è poi è una tautologia), e inizialmente, quando sono giovani, hanno uno stile un po’ austero, con i tannini che si fanno sentire.
Il Barolo della Vga Terlo, che nel suo insieme conta una ventina di ettari posti tra i 300 e 400 metri di altezza, e viene vinificato in larga parte dai Poderi Luigi Einaudi, da Giacomo Grimaldi per il suo Barolo “base” e da un’altra cantina che non nomino perché giudico la sua sede sui Cannubi un insulto al paesaggio e una vergogna, a casa Camerano viene da una vigna piantata nei primi anni Novanta, ed esprime un Barolo (in cantina è disponibile anche il 2015 che assaggerò nei prossimi giorni e parte del 2016) di grande classicità che mi ha veramente colpito qualche sera fa, servito nel magnifico calice di Riedel WineWings, che più lo uso più mi piace, abbinato ad un piatto di formaggi misti.

Colore rubino intenso, di grande luminosità e brillantezza, naso caldo, profondo, denso, avvolgente, con note di prugna e tabacco, accenni fleshy carnosi, sfumature leggermente selvatiche, di sottobosco e humus, e accenni di cioccolato nero e marron glacé, di cannella e chiodi di garofano.
Gusto ampio, con struttura piena e terrosa, con tannini che si fanno sentire ma non mordono, persistenza lunga e piena di sapore, fresco e vivo.
Un Barolo di grande profondità ed espansione aromatica, un respiro profondo, un’immersione sulle colline di Barolo in autunno, lo bevi e continueresti a berlo. Un vino che ti porta dentro al bicchiere e ti fa sognare di essere nella magica Langa del mio cuore, in questi giorni coperta di neve…
n.b.
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Due brevi note di presentazione Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura, musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Continua a leggere ...

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Appunto.
Parliamo di cose serie. Di Barolo.
Basta pubblicità gratuita a certi personaggi. Please.
Purtroppo, Camerano introvabile nel Lazio. Temo non abbiano agenti o distributori.
2015 , a parer mio,annata sopravvalutata. Non torrida come la 2017, ma annata calda. Vini abbastanza pronti, da godere ora o nel medio periodo. Alla stessa maniera, sottovalutata la 2014, che nella zona del Barbaresco per esempio, ha regalato vini più pronti ma di rara finezza. Piovosa ma non come la 2002, dove la grandine ha distrutto vigneti (sottozone delle Brunate per esempio).
Tu Simone sei un vero Maestro ne sai molto più di me sui vini di Langa. Bisogna che ci si conosca davanti ad una bella buta
Non penso proprio di saperne più di te.
Tu sei un generale in difesa della classicità e della tradizione. Io un soldato.
Ma assolutamente, caro Franco appena salgo su in Langa bisogna che ci si incontri.
Io abito a Bergamo non in Langa, ma troviamoci nel mio paradiso del vino
Dopo aver letto port come questo, che mi portano in una zona votatissima ma che non conosco ancora bene, faccio le mie belle ricerche in rete che mi portano sistematicamente:
Qualcuno mi sa dire come mai su Tannico si trovano le più svariate etichette ma frequentemente, molto frequentemente, recentemente sono tutte esaurite (vedi sotto)??
https://www.tannico.it/cantina/camerano.html
Grazie a Franco per la preziosa segnalazione, e a Simone per le belle annotazioni
L’ho cercato online ma non si trova purtroppo