Degustazioni
Fattoria di Piazzano….il mio Colorino
Pubblicato
2 mesi fail

Veronica Nesti, sommelier Fisar pratese, ce lo racconta
Allegria bella gente, oggi ho scoperto un’azienda che non conoscevo, un vino che mi intriga solo a leggere che esiste, perché si tratta di un vino toscano da un vitigno autoctono che solo gli sciocchi giudicano “minore”, un Colorino. Un vino, deo gratias!, che non é un noioso Super Tuscan, o un pallosissimo, prevedibile, e per me poco significativo, Cabernet, Merlot, Syrah piantato nella patria di Dante Alighieri e di Indro Montanelli, oppure, è l’ultima insana moda, un Petit Verdot, che nessuno a Bordeaux si sogna di vinificare in purezza, cosa che noi in Italia, visto che ci sentiamo più “fighi” dei francesi, con suprema faccia di tolla invece facciamo…
L’azienda è la Fattoria di Piazzano, ad Empoli, produttrice di Chianti Docg, Syrah, ecc. ma anche di Ciliegiolo, ed il vino un Colorino. Il merito di avermi fatto conoscere, e ora la farà conoscere anche a voi, questa IGT Toscana, è di una lettrice, Veronica Nesti, che me l’ha segnalato e che ho invitato a raccontarcelo.
Di sé Veronica dice: “abito in Toscana, a Prato…sono laureata in giurisprudenza…beh, questo potrei anche non dirlo.. ho una famiglia…tre bambini…un marito…meravigliosi, quindi non mi annoio…gestisco un Bed and Breakfast, Locanda Giolica qui in città, e ho un amore che è esploso cammin facendo per il mondo del vino.
La curiosità di conoscere quello che c’è dietro un calice mi ha portato a diventare sommelier Fisar, naturalmente nella delegazione di Prato e ciò mi ha permesso di accendere ancora di più la mia passione, che ha preso la forma di incontri con produttori, di degustazioni, di visite in cantine. In una parola mi stavo arricchendo, insomma dentro di me c’era una finestra chiusa che ora ho aperto!”
E brava Veronica, torna presto su questo blog con il tuo fresco, simpatico racconto di queste tue scoperte!
La Toscana in un bicchiere la tingo di colorino, vitigno autoctono che nasce nelle province di Arezzo, Siena, Firenze e presente anche in alcune zone di altre regioni come Umbria, Marche, Lazio e Liguria. In passato le uve di colorino venivano appassite e assemblate con il sangiovese, per apportare colore e ammorbidirne la tannicità. Il nome “colorino” deriva proprio dalla nota colorata che la sua vinificazione riesce a fornire ai vini. Ma il ” colorino” della Fattoria di Piazzano è qualcosa di più, è un vino autentico, sincero, che non ama compromessi, un vino 100% colorino!

“…ma sopra tutto nel buon vino ho fede, è credo che sia salvo chi lo crede“. – Luigi Pulci 1432-1484 …”.
I primi a crederci sono stati proprio loro della Fattoria di Piazzano che così si raccontano: “il nostro colorino in purezza nasce da una vera e propria idea personale di dare valore al territorio, di privilegiare quello che di bello riusciamo a produrre in Toscana. Così, verso la fine degli anni Novanta, quando ci trovammo di fronte all’esigenza di rinnovare alcune vigne e impiantarne di nuove, la nostra idea e la nostra scommessa fu quella di puntare su vitigni autoctoni presenti in azienda e nel farlo scegliemmo proprio il colorino.
Così, con le nuove barbatelle impiantammo circa due ettari di vigna nuova. La prima bottiglia di colorino in purezza che abbiamo imbottigliato nasce nel 2011 ed è l’annata 2009. La sua prima recensione sono stati i 95 punti dati da James Suckling; fino ad arrivare al concorso Mondial di Bruxelles 2020, dove al colorino 2016 è stata attribuita la medaglia d’argento”.
“grande è la fortuna di colui che possiede una buona bottiglia, un buon libro, una buona amica” – Molière-
…e allora, dico io, lasciamoci colorare l’anima ed entriamo in quella bottiglia, un tuffo in questo Colorino 2016 Igt rosso Toscana. Un vino che è lasciato fermentare con i propri lieviti indigeni in vasche di cemento vetrificato, viene invecchiato in barriques di rovere francese, segue poi un affinamento in bottiglia per un minimo di sei mesi…ed è poesia!

Un calice che si veste di rosso rubino, intenso e luminoso, vino ben strutturato, denso, con una buona gradazione alcolica, 15 gradi. Al naso profumi che entrano in modo deciso e immediato, essenze terrose e di tiglio, ma ancora sentori di frutti di bosco maturi accompagnati da un bouquet di peonie e viole.
Al palato, una trama tannica fitta e morbida avvolge i nostri sensi e ci accompagna verso un finale piacevolmente speziato, con una lunga persistenza. Un Colorino che ci sorprende e anche la poca acidità, tipica del vitigno, in questo 2016, lascia il posto ad una freschezza, che lo rende sbarazzino e con orizzonti ancora lontani.

Che dire…” i veri intenditori non bevono, degustano segreti” – Salvator Dali –
E questo colorino ci accompagna in un giardino segreto, fatto di vigna, di territorio, di persone, che parlano con un unico linguaggio, quello del cuore, del rischio nello scommettere in qualcosa che non può essere solo raccontato, ma va vissuto e voluto con spirito libero e sincero.
Del resto, se il vino è la poesia della terra, il Colorino racchiuso in questo calice è fotografia di quella Toscana, selvaggia e autentica, che non ama circondarsi di “fronzoli”, ma punta dritta all’essenza di ciò che fa star bene…e un bicchiere di colorino su un piatto al ragù, in compagnia di amici veri e sinceri, sotto la tettoia di un casolare toscano…è qualcosa che fa stare molto, ma molto bene! Veronica Nesti
n.b.
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Due brevi note di presentazione Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura, musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Continua a leggere ...

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