Degustazioni
Che bello, una donna giusta e uno Spinello!
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2 mesi fail

Salento Negroamaro Spinello dei Falconi 2019 Copertino
Tranquilli, non mi sono trasformato in un propagandista dell’uso degli stupefacenti. Sono e rimango orgogliosamente contrario all’uso di ogni droga e per tossici e spacciatori se comandassi io le pene sarebbero molto più dure delle attuali, ma semplicemente, ricordandomi una simpatica canzoncina, era il 1977, anni di piombo, anni difficili per chi stava a destra come me, portata al successo da un simpatico cantautore romano (nessuno è perfetto) e di sinistra (ahimè) come Stefano Rosso, purtroppo scomparso a soli 60 anni nel 2008, ho voluto concedermi un jeu de mots.
Lo Spinello che vorrei condividere con la lei che dico io, non è una canna, bensì un signor rosato, pugliese, salentino, da uve Negroamaro (in passato si usava anche un po’ di Malvasia nera) prodotto da una delle migliori quindici cantine sociali italiane, forse la migliore del Sud, la Cantina sociale di Copertino o Cupertinum come preferisce presentarsi ora.
Ricordo bene la prima volta che misi piede in questa cantina: era il luglio del 1994 (il primo di un’infinità di viaggi per lavoro e piacere in terra di Puglia da cui manco purtroppo da troppi anni) ed ero sceso in Salento (con una deviazione anche in Calabria) per incontrare l’enologo princeps dei vini pugliesi e visitare tutte le aziende di cui era straordinario consulente.
Parlo di Severino Garofano, creatore di capolavori e capisaldi del vino della regione del tacco come Patriglione, Notarpanaro, Graticciaia, Duca d’Aragona, Le Braci, Girofle, e molti altri ancora come il Cappello di Prete, il Vigna Flaminio, Gravina, Pier delle Vigne, Scaloti, e direttore, cosa che è stato per molti anni, della Cantina Sociale di quel villaggio posto proprio nel cuore della penisola salentina.
Ricordo la sorpresa nello scoprire come una cantina sociale pugliese potesse lavorare tanto bene, facendo tesoro di quelle vecchie vigne ad alberello del vitigno identitario, il Negroamaro, e come lo facesse, alla grande, sia ottenendo grandi rossi, versione base e Rosso Riserva, sia rosati. Da anni Severino Garofano non lavora più a Copertinum, e dopo essersi occupato, insieme alla famiglia, nello stesso villaggio, della propria azienda agricola, se n’è volato via nel cielo dei grandi uomini del vino, ma a Copertinum, dove è stato attivo sino al giorno della sua scomparsa un altro grande personaggio, Mario Petito, presidente dal lontano 1985, oggi opera un altro enologo di vaglia, uno dei migliori del Sud, Giuseppe Pizzolante Leuzzi, attivo anche a Capri, e in Puglia da Duca Carlo Guarini, Villa Schinosa, e Cantina Coppola, e la qualità non conosce flessioni.

Merito dei vigneti sicuramente, dei soci, che dagli iniziali 36 nell’anno della fondazione della cantina, il 1935, sono diventati oggi 300, che controllano 300 ettari di vigna, e di un modo di lavorare semplice che punta a realizzare vini non da concorso (anche se negli ultimi anni anche le guide si sono accorte eccome della loro validità) ma perfettamente rappresentativi del territorio di origine e delle uve di cui sono espressione.
Il che nel caso del magnifico Negroamaro, che io continuo a considerare la vera grande uva pugliese, più del Primitivo e di qualsiasi altra, si traduce in vini che abbinano uno spiccato carattere varietale, una buona complessità, una capacità di durare ottimamente nel tempo, ad una facilità di lettura e una contagiosa piacevolezza di beva.
Giuseppe Pizzolante Leuzzi definisce “il vino più difficile da fare” il suo rosato Salento Spinello dei Falconi, perché “ha bisogno di cure particolari, mezz’ora in più o in meno del mosto con le bucce e la tonalità cambia, il profumo cambia. È il vino di una notte, in una notte ci si gioca la sua qualità. Il Rosato del Salento è simbolo del territorio e dobbiamo sempre rivendicarne la paternità. Bisogna stare attenti alle mode (per esempio non mi convincono i rosati color pel di carota o quasi bianchi macchiati) perché rischiano di snaturare la salentinità del Rosato da Negroamaro, che ha questa bella nuance rosso corallo”.

Ed il rosato della Cupertinum, lo Spinello dei Falconi (e non fate ironie su questo nome, ché questo è un vino serio e non una roba da tossici…) la tipicità e la salentinità la sciorina apertamente, con il suo alcol calibrato, tredici gradi, il suo colore rosa pallido-corallo, dalle sfumature di un tramonto sul mare (e Giuseppe che è un fotografo bravissimo oltre che un uomo di mare, credo converrà con me), il suo naso profumato di ciliegia, ma soprattutto di agrumi, di sale, di terra e di mare, con belle sfumature floreali, macchia mediterranea, di grande pulizia, ampiezza e fragranza, secco e deciso al punto giusto e lontano da ogni tentazione “dolciona” o caramellosa.
Asciutto l’attacco in bocca, ben deciso, assertivo, fresco, di buon corpo e struttura, con un frutto succoso che dà polpa e larghezza, una bella acidità che spinge e dà freschezza ed energia, un perfetto equilibrio di tutte le componenti, con una bella verticalità fresca e viva, e un finale, teso, vibrante, di grande vitalità, dove si coglie ancora nel retrogusto una bella nota di agrumi e una vena salata.
Uno di quei rosati che quando li stappi, magari in compagnia di una lei che i vini in rosa li ama come te, finiscono in un battibaleno, abbinati magari ad un umido di pesce, ad una parmigiana di melanzane e, è un mio pallino e ci credo, ad una buona pizza. Provare per credere…
Cupertinum Cantina sociale cooperativa di Copertino
Indirizzo
Via Martiri del Risorgimento 6
73043 Copertino LE
Tel. 0832 947031
Email cantinacopertino@libero.it – Sito Internet www.cupertinum.it
n.b.
non dimenticate di leggere anche il nuovo blog personale www.francoziliani.it e Lemillebolleblog www.lemillebolleblog.it
Due brevi note di presentazione Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura, musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Continua a leggere ...

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