Degustazioni
Bianco Palazzina 2019 Mirabella
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5 mesi fail

Un Pinot bianco di personalità da seguire con attenzione
Si parla poco, non so se a torto o ragione, perché la zona ha puntato ed è conosciuta per i suoi metodo classico, sui vini fermi prodotti in Franciacorta. Intendiamoci, non sono ormai molti i produttori che producono anche bianchi e rossi tranquilli, base Chardonnay i bianchi, tagli bordolesi oppure Pinot nero i rossi, in qualche caso anche Merlot o Carmènere, presentandoli come Curtefranca Doc o Sebino IGT.
La zona spumantistica bresciana punta tutto sulle bollicine ed i prezzi di qualcuno dei rossi più blasonati mi sembrano immaginifici, pensando che sono addirittura superiori a quelli di rossi ben più blasonati come Barbaresco, Barolo, Brunello di Montalcino, Taurasi, Aglianico del Vulture, Etna.

In attesa di parlarvi presto di due grandi vini fermi franciacortini, ovvero il Rampaneto, Chardonnay in purezza da un vecchio clone moltiplicato per talea, e l’ottimo rosso Tajardino, selezione di merlot,
cabernet franc e cabernet sauvignon della Cavalleri di Erbusco che, lo si sarà capito, considero l’azienda migliore di tutta la zona, voglio raccontarvi di una bella sorpresa che ho avuto martedì quando in compagnia di un ottima assaggiatrice, nonché bravissima fotografa come Veronica Sofia Romanini Ricci, (la mia ufficiale insieme ad una vera fotografa, l’adorabile Maria Carolina Zanetti, una capace di fare foto come queste..) in visita in Franciacorta dopo essere stati dal Claudio Faccoli e da Castello Bonomi siamo approdati, a Rodengo Saiano, da Mirabella.

Che il modo di lavorare, sui Franciacorta, di questa azienda mi piaccia molto non è un mistero per nessuno, tanto che recentemente ho scritto dell’Extra Brut Elite in termini decisamente positivi. E dopo aver assaggiato un po’ tutte le cuvées ho ricavato altri utili elementi per tornare a scrivere, presto, dei loro esemplari Rosé.
Che a Mirabella amassero un’uva a me carissima come il Pinot bianco, da cui nasce il più grande vino bianco italiano da invecchiamento, il mirabolante Weissburgunder Vorberg della Cantina di Terlano in Alto Adige, lo sapevo bene, considerato che loro hanno in vigna qualcosa come 11 ettari degli 80 totali presenti in Franciacorta. E conoscevo e avevo scritto bene, anche senza entusiasmarmi, del loro Brut Nature fatto unicamente con quest’uva e non commercializzato come Franciacorta Docg.

Non sapevo però (per molte aziende vinicole italiane comunicare quello che fanno è un optional e molte lo fanno in maniera talmente dilettantesca che mi verrebbe voglia di propormi io a qualche azienda per insegnare loro a farlo, facendo tesoro della mia esperienza, anche con p.r. e addette stampa, capacissime o assolutamente incapaci e “capre” come direbbe il mitico Sgarbi) che a Mirabella, dall’annata 2019 producessero un Pinot bianco fermo. Denominato Palazzina, da una vigna del 1981, che ha sostituito uno Chardonnay “barricato” (facciamo le barricate contro i barricati diceva l’indimenticabile Bartolo Mascarello) prodotto per una decina d’anni.
Intendiamoci, è un vino che ha bisogno ancora di qualche anno per definire compiutamente la propria personalità, acquisire un proprio stile preciso, ma che già ora che è imbottigliato solo da maggio, vinificato in vasche di cemento e proposto (bravi bravissimi!) con un pratico tappo a vite, ha convinto sia me che Veronica Sofia.
E’ un Pinot bianco giovane, con ottimo potenziale di crescita, colore paglierino scarico, con naso tipico, elegante, sapido, che richiama la mela verde, i fiori bianchi e un accenno gessoso e mostra una bella freschezza e incisività, grande pulizia. Al gusto è “croccante”, mostra nerbo e carattere, bella pienezza di sapore persistenza abbastanza lunga e una bella vena sapida acida perfetta per accompagnare i cibi.
Insomma quella di una maggiore attenzione al Pinot bianco, piantato magari nei posti più alti, come farà Maurizio Zanella con i vigneti terrazzati della sua costituenda, tra mille discussioni, azienda Belveder, in un posto magico dove le vigne si armonizzeranno con un bosco che finalmente sta tornando tale e non un ammasso di rovi e sterpaglie, è una strada che ai produttori franciacortini, a quelli più svegli e consapevoli consiglio di percorrere. In fondo, chiamandomi Franco Ziliani, penso di poterlo fare, no?

Azienda agricola Mirabella
Via Cantarane 2
Rodengo Saiano
Tel. 030 611197
n.b.
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Due brevi note di presentazione Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura, musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Continua a leggere ...

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