Degustazioni
Colli del Limbara rosato 2019 Muscazega
Pubblicato
6 mesi fail

Un grande vino rosa per ricordare un Angelo sorridente
Alleluja bella gente, abbiamo un nuovo grande rosato italiano. Pugliese penserete, oppure abruzzese, del Garda, o forse un toscano base Sangiovese o Canaiuolo, come quello supremo di Elisabetta Fagiuoli a Montenidoli? Niente affatto, siete lontani dall’indovinare di cosa si tratta e vi dico anche che non è un Lagrein Kretzer del Süd Tirol o uno dei grandi vini base Gaglioppo che si stanno producendo in Calabria nella zona di Cirò marina, vero Sergio Arcuri?
Allora è uno dei tuoi amatissimi, splendidi rosati dell’Etna esaltazione della grandezza del Nerello Mascalese, concluderà qualcuno dei più acuti. Errore. Si tratta di un grande rosato fatto con Nebbiolo. Boia fauss, sento già l’esclamazione, non è difficile fare un grande rosato (invece vi garantistico che lo è eccome) nelle terre del Barolo o del Barbaresco. O magari nell’Alto Piemonte, in zona Ghemme, Boca, Gattinara.
Siete ancora una volta fuori strada, questo grande rosato da applausi, che chi ama i vini in rosa ed il Nebbiolo non può perdersi, non nasce nella regione che ci regala, Champagne e Bourgogne a parte, i più grandi vini del mondo, non “parla” piemunteis bensì il dialetto, anzi, la lingua, di Grazia Deledda, Antonio Gramsci, Enrico Berlinguer, nonché della splendida Elisabetta Canalis…

E’ un rosato da gustare immaginando di avere come sottofondo un assolo fulminante di tromba di Paolo Fresu o un’improvvisazione del Maestro Luigi Lai, virtuoso insuperabile di launeddas.
Come anche i più tardi di comprendonio avranno ormai capito si tratta di un rosato di Nebbiolo (non lo sapevate che ci sono circa 80 ettari di Nebbiolo nella terra del pane carasau e del porceddu, arrivati circa due secoli orsono?) prodotto in una tenuta agricola situata nel cuore della Gallura, nord-est della Sardegna, tra i Comuni di Luras, Nuchis e Tempio Pausania, famosa tra gli appassionati per un Vermentino di Gallura superiore talmente buono, il Nughes, che sta conquistando anche Paris e dintorni (vero Francesca?) e per due rossi base Nebbiolo, il Lunas ed il Disizu, che hanno stupito e conquistato anche un nebbiolodipendente come me.
Estesa su circa quaranta ettari e circondata dai ruscelli Minnisio e San Paolo superato da un suggestivo ponticello di epoca romana, “Ponte Nughes”, la Tenuta Muscazega (il nome sardo sta per “mosca cieca) è il regno, la terra promessa, il buon retiro, il paradiso, di una grande donna che si divide tra l’isola e Roma e si diletta di pittura con risultati così entusiasmanti che le bellissime etichette dei suoi vini sono opera sua. Laura Carmina, questo il suo nome, è la regina di Muscazega, azienda ospitata presso un antico edificio padronale o Stazzu Gallurese, che risale ai primi dell’ottocento così come le vecchie stalle. Nel 2006 la proprietaria ne ha ripresa la conduzione e con grande passione ha ristrutturato l’Azienda trasformandola da alcuni anni in azienda vitivinicola.
Una Vigna, ama dire, “sognata e realizzata nel paesaggio incontaminato dei Colli del Monte Limbara che si staglia all’orizzonte ingentilito dalle varie sfumature color pastello, rosa, violetto, grigio che assumono le sue aguzze rocce di granito con il variare della luce… Luci ed ombre… sughere contorte sembrano inseguirsi tra pascoli e campi di fieno, macchie di olivastri centenari incurvati dal Maestrale, geometrie di muri a secco interrotti da cespugli di corbezzoli, more, agrifogli, fichi… profumi di macchia, mirto, ginepro… sotto un pero selvatico un cavallo pascola in compagnia di un asino… fiori di cardo blu… in cielo, lontano, un falco plana in picchiata…”.

Ripeto, il suo Vermentino è super, i suoi due Nebbiolo con accento sardo sono intriganti, ma questo rosato, che emozione, che meraviglia, che incanto! E’ un vino che Laura Carmina ha voluto fortemente per mille ragioni, e che è stata una sua scommessa stravinta alla grande. Stupendo il colore, melograno brillante rilucente di mille riflessi, con sfumature che richiamano i tramonti meravigliosi di un’isola incantata da cui manco da trent’anni, e inconfondibilmente nebbioloso, soave, sensuale, il profumo, un mix tra agrumi, rosa, lampone, ribes, con spruzzi di sale e di sole, e una vena pietrosa che ti ricorda che anche se è Nebbiolo a marcare il vino è la pietra, il granito della Gallura.
Bocca succosa, tesa, viva, con un filo di tannino (è Nebbiolo, boia fauss, mica Lacrima di Morro d’Alba o Montepulciano o chissà che!) che morde appena, come fanno certi gattini che così facendo ti vogliono manifestare il loro amore, e sembra dirti, “visto che ci sono”?, dà al vino nerbo, carattere, personalità. Persistenza lunga e piacevolezza assoluta per un vino che mi ha commosso e fatto innamorare…

Commosso anche perché ogni volta che bevo i vini di Muscazega non posso dimenticare un angelo biondo, una dolcissima Donna e sommelier abruzzese, Donatella Briosi, che incrociata ad una rassegna Fivi, mia lettrice, mi invitò ad assaggiare i vini di Laura. Una Donna sempre sorridente che un destino crudele ha voluto ci lasciasse troppo presto e ingiustamente in circostanze tragiche. A lei, al suo ricordo, levo alto il bicchiere con questo rosato stupendo che non ha potuto conoscere ma che idealmente a lei Laura ha dedicato.. Sempre nei nostri cuori Donatella, non ti dimenticheremo mai..
Tenuta Muscazega
Loc. Muscazega – Luras – Sardegna
+39 333.3724036
www.tenutamuscazega.it
cantinamuscazega@gmail.com
Attenzione!:
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Due brevi note di presentazione Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura, musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Continua a leggere ...

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