Si scrive, si parla, si vocifera,
si chiacchiera, si bisbiglia, si tace, si fa finta di non sapere, si mente
sapendo di mentire, si è omertosi e mafiosetti talvolta, nel gran
chiacchiericcio che si fa sulla vicenda della Cantina
di Canneto Pavese, sullo scandalo del cosiddetto “vino” prodotto da una
cantina sociale la cui presenza all’interno del cosiddetto Distretto vini di qualità dell’Oltrepò
Pavese era gradita dal Presidente Fabiano Giorgi, e alle altre aziende
associate. Perché tout se tient, come dicono i francesi, tra Broni, Casteggio,
Canneto Pavese e dintorni.
Allora proprio perché su Internet, a meno che qualche minus habens dimentichi di rinnovare i domini oppure faccia un nuovo sito che cancella il contenuto di quello precedente, tutto si conserva e lascia traccia, per provare a capire meglio quello che é successo e sta succedendo nella magnifica, vi invito a sfruttare al meglio l’archivio di 14 anni di Vino al vino e quello di una decina d’anni di Lemillebolleblog per andare a rileggervi un po’ di cose.
Non sulla cantina di Canneto,
alla quale per mia fortuna non ho mai dedicato una sola riga (ma qualche
giornalista e degustatore avrà pure scritto e decantato i suoi gioielli…) ma su
circostanze che hanno fatto discutere. E che vedono protagoniste, lo dico e lo
sottolineo con forza, non per adulterazione e sofisticazione di vini, ma molto
più semplicemente per il controllo di un marchio storico, per pratiche
amministrative disinvolte, per un pelo sullo stomaco lungo così, la mitica cantina La Versa, il mega
cantinone Terre
d’Oltrepò, ed un personaggio al quale saranno di certo fischiate le
orecchie in questi giorni.
Un personaggio, tale L.C., che in tanti in Oltrepò Pavese
rimpiangono dicendo “si stava meglio quando si stava peggio” e “in fondo lui
non taroccava e i viticoltori li pagava”…
Di chi parlo? Di un signore, con cui ho lungamente parlato questa mattina al telefono, ripromettendoci di rivederci presto, di cui per capire di chi stia parlando vi invito a cliccare su questo, questo quest’altro articolo e poi infine qui
Un uomo con le… che una volta portava ministri in cantina, smuoveva camionate di vino, era il Dominus di un mondo del vino targato O.P. che era molto migliore di quello che traspare oggi dalle indagini.
Cosa ci siamo detti al telefono il “mitico” L.C. ed io? Affari nostri, un contenuto della conversazione, (che presto proseguirà dal vivo davanti ad un bicchiere del re De Cardenas a parte dei metodo classico oltrepadani, Monsupello, creazione di uno di quei grandi uomini che mancano all’Oltrepò Pavese oggi, Carlin Boatti) su cui ovviamente riservo il segreto. E di cui parlerei solo in presenza del mio avvocato…
Che dire se non che questa situazione mi fa venire quel modo di dire molto romano e romanesco che recita aridatece er puzzone ? E questa non è chiaramente un’apologia del disciolto partito del ventennio e del suo duce… E’ bene precisarlo, a scanso di equivoci…
Si stava davvero meglio quando “si stava peggio.” Garantito
Almeno lui non rovinava la gente facendosi pagare mediazioni che se andava bene si finivano di pagare nel duemila mai rimettendoci a volte pure casa rigorosamente in black. Non per questo tale mediatore lo chiamavano man in black!! Oh povero oltrepo….
Lei è un cialtrone senza vergogna.
può cortesemente andare a defecare?