Quale bilancio trarre dal mio lungo, piacevole, divertente, istruttivo incontro con il “mercante di utopie”, con il “miliardario rosso”, il “Berlusconi della sinistra” come amavo chiamarlo (e come non lo chiamerò più), ovvero con mister Eataly , Oscar Farinetti , nello splendore di una Fontanafredda tornata a risplendere, come magico incanto della Langa del Barolo , mercoledì scorso?
Un bilancio super positivo (non è la prima volta che incontravo Farinetti e che potevo vederlo al pieno delle sue capacità di charmeur e motivatore di uomini) che posso per ora riassumere in pochi punti.
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In primis: ho capito che frequentare di più uno come Farinetti mi farebbe un gran bene, al mio spirito, alla mia intelligenza, alla mia creatività, allo sviluppo di una visione più positiva del mondo. E, con un pizzico di presunzione, penso che farebbe bene anche al “baffo”, che i tipi originali come me, con un pizzico di follia, con idee e utopie da condividere, trova naturalmente affini.
Ho poi avuto conferma di un’evidenza, che Farinetti ha non una, ma due marce in più rispetto alla media di noi mortali e che la sua mente funziona ad una velocità che sfida gli autovelox. Un modo di pensare che anticipa, va oltre, immagina, precorre i tempi. Magari questo modo di pensare può anche portarlo a “smarronare”, a percorrere a passo di carica avventure che magari, a conti fatti, non sono sempre soddisfacenti. Che possono imbattersi in errori di percorso, ma che ragionando con la mentalità del passista lo portano, alla fine, ad avere ragione.
Così accadrà inevitabilmente con Eataly Italia, il cui bilancio 2016 non è stato positivo e ha comportato perdite, ma che già nel 2017 vedrà imporsi il segno più. E che vede la voce entrate Eataly estero bilanciare, con incrementi a doppia cifra, le temporanee perdite italiche.
Ho poi capito, chiacchierando, bevendo Barolo , ben due di Fontanafredda, un 2010 Pajagallo da vigne che sono la continuazione dei Cannubi e un fantastico riserva 2007 da vigna in Serralunga d’Alba, mangiando, bene, nel ristorante sGuido all’interno della Fontanafredda, ridendo, scambiando battute e ammiccamenti, confrontando idee sulla situazione di questa Italia (naturalmente lui ottimista della volontà in stile craxiano, io, destrorso orfano di destra, profondamente pessimista), che Farinetti è destinato ad essere odiato, soprattutto dai pirla e dai mediocri.
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Ad esempio i cani da guardia del Fatto quotidiano , che odiano talmente Renzi, e hanno ragione, che arrivano ad applicare stupidamente la proprietà transitiva e criticano ferocemente Farinetti per il semplice fatto che é sostenitore di Renzi. Ma così facendo sono i soliti manichei, stupidi e prevenuti. Detto da uno che é di estrema destra, missina, e non piddino, (Oscar pensa che io non sia di destra, bensì liberale) ma che non più tardi di mercoledì ha trascorso tre ore di tempo in compagnia di Farinetti, criticandolo, ma restando conquistato dalla sua intelligenza, dalla sua insuperabile e geniale velocità di pensiero. Questa si chiama onestà intellettuale, qualità del tutto sconosciuta a Travaglio e ai suoi cani da guardia del giornalismo trinariciuto…
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Cosa aggiungere altro, rimandando il discorso sul magismo (una rivelazione! Qualcosa che mi ha fatto capire che Oscar Farinetti in realtà è dei nostri, di destra e non di sinistra come dice..) ai prossimi giorni, se non fare una solenne pubblica promessa?
Io prometto che non criticherò più Farinetti, qualsiasi bischerata possa combinare, anche se diventasse ministro di un governo Renzi (o magari, chissà, un Gentiloni bis …) o se facesse sciocchezze sesquipedali.
Non lo farò non perché mi sia venduto, o lui mi abbia comprato (i soldi nel caso non gli mancherebbero affatto e a me 500 mila euro cambierebbero e di moltissimo la vita..) ma semplicemente perché mercoledì, a parte la simpatia, e l’amore comune per il vino della vita, il Barolo, a conquistarmi, senza se e senza ma, sono stati due aspetti di Oscar .
Il primo è la sua capacità di scrittura, già riscontrata in alcuni libri precedenti, ma apparsa evidentissima dal suo nuovo libro pubblicato da Feltrinelli,ndal titolo folgorante di Ricordiamoci il futuro (roba che nemmeno un grande editor saprebbe inventarsi), capacità di scrittura testimoniata da una pagina, quella che riproduco, che potrebbe indurre alle lacrime, con me è stata strada facile, anche una montagna di pietra.
E poi non attaccherò mai più Oscar Farinetti per l’inattesa, sorprendente, calda umanità di cui mi ha dato prova, dimostrando di essere non solo un grande imprenditore, ma un sottile psicologo, un attento indagatore dell’animo umano, una persona dotata di empatia, nel corso del nostro incontro di mercoledì.
Per le parole che ha saputo trovare, per un incoraggiamento forte a reagire, a non arrendermi, a concentrarmi sul mio lavoro di giornalista del vino di lunga esperienza, e, ha detto lui, di una qualche capacità, senza sprecare energie in divagazioni inutili. Perché i lettori da me si aspettano che parli e scriva di vino, da par mio, e non di politica e varia umanità…
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Un’umanità, inattesa, ben superiore a quella che NON mi hanno dimostrato lo scorso anno, nel pieno dell’inverno del mio scontento, nello smarrimento dell’attraversamento di un tunnel apparentemente senza via d’uscita, pseudo e falsi amici, barolisti e non, che sapevano di quanto fossi nei guai e non hanno mosso un dito, speso una sola parola di conforto (nemmeno appellandosi al loro Dio) in mio favore.
Anche solo per questo, per quello che mi ha detto, per come me l’ha detto, per come mi ha incoraggiato, per come si è mostrato umano, lunga vita, e tanto di cappello all’uomo Oscar Farinetti . E la mia eterna riconoscenza…
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