Indignazioni
Ma che c’azzecca l’Assemblea nazionale del PD con le tematiche del food oggetto dell’Expo?
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6 anni fail

Una beata fava, come direbbe il dittatorello da quattro soldi fiorentino
Domanda retorica: ma l’Expo dove sono stato sabato scorso a condurre una degustazione di vini dell’Oltrepò Pavese, ospite di un padiglione posto proprio vicino al feticcio chiamato l’Albero della Vita, l’Expo che dovrebbe essere una rassegna universale dedicata ad una iflessione sul tema food, l’Expo dove Paesi seri come la Polonia hanno costruito Padiglioni perfettamente in sintonia con il main theme della rassegna, ovvero Nutrire il Pianeta, energie per la vita, padiglioni pieni di poesia ed in grado di infondere amore e rispetto per quella terra e quel popolo straordinari,
è lo stesso Expo dove oggi si terrà l’Assemblea nazionale di un partito politico di (mal)governo?
Qull’Expo dove si visita ammirati all’ingresso il Padiglione Zero, o quello geniale del Regno Unito, o quello suggestivo, intitolato Fields of Tomorrow, di Israele, è la stessa Expo che per molti produttori di vino italiani si è trasformata in una patetica e inutile Vinitaly Vanity Fair al cubo (con costi e sprechi ancora superiori)?
Ed è lo stesso Expo dove un Consorzio serio come il Consorzio Franciacorta ha lottato, spendendo una paccata di soldi, per ottenere il titolo di Official Sparkling wine della manifestazione?
La stessa Expo 215 dove un paio di giorni orsono ha tenuto un’acclamatissima, così dicono le cronache, “Festa d’Estate di Franciacorta”, registrando “tra gli ospiti i volti televisivi di Cristina De Pin e Margherita Zanatta” (hai detto mai…) e poi mettendo a segno la presenza di “produttori di Franciacorta, autorità istituzionali e giornalisti hanno degustato il celebre vino ascoltando dal vivo gli Street Clerks – http://streetclerks.it/ e “giocando” al live shooting organizzato in collaborazione con Fratelli Rossetti per celebrare Hobo Sparkling, la scarpa che il prestigioso calzaturificio ha realizzato ispirandosi proprio al Franciacorta” come recita sussiegoso un comunicato stampa?
Quell’Expo, diventata ormai vetrina privilegiata delle esibizioni di una determinata classe politica e di un “pensiero” politico che gran parte degli italiani aborrono e hanno in odio, è la stessa Expo ben raccontata e testimoniata, qui, da un produttore franciacortino, la stessa Expo che aziende della stessa zona vinicola bresciana pensano possa essere un veicolo utile per portare i visitatori esteri a venirla a visitare?
Allora, se è della stessa Expo che parliamo, quella Expo dove sono stato sabato scorso pieno di scetticismo, poi rimasto ammirato da alcuni suoi aspetti, quelli più autentici e meno circo Barnum del food, meno Gardaland dell’enogastronomia, meno fiera di paese piena di magliari e di cialtroni (qualcuno l’ho proprio conosciuto e sperimentato come tale sabato…), quella Expo verso la quale mesi fa avevo espresso un totale atteggiamento di rifiuto e di chiusura che non rinnego, porca miseria cosa c’entra la politica, cosa c’entrano le lotte intestine in un partito a vocazione dittatoriale, per non fare nomi, il Partito Democratico, guidato da un pittoresco e pericolosissimo personaggio fiorentino, con i temi che dovrebbero essere centrali nell’Esposizione Universale di scena nella mia adorata Milano? Non c’entra nulla, ma allora?
Lo so che il bravissimo Commissario Sala ha ricordato che non esisteva nessuna base legale per vietare questa Assemblea nazionale (scommettiamo che se avesse voluto tenerla anche qualche altro partito si sarebbero miracolosamente trovati dei problemi?), ma se Expo si riduce ad essere il teatrino sozzo di una resa di conti tra correnti, alleati di un governo traballante, come possiamo noi italiani e soprattutto come possono gli stranieri, che accorrono, ma non nella misura auspicata e trionfalmente annunciata, per visitarla, a credere che sia davvero non un carrozzone mangiasoldi, una falsa rappresentazione, una sorta di Giochi Olimpici del 1936 riportati ai giorni nostri?
Ma, invece, una cosa seria cui vale la pena credere, essere orgogliosi e correre, nonostante la terribile puzza di fritto stagnante, a visitare?
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Due brevi note di presentazione Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura, musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Continua a leggere ...

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Quale il prezzo giusto per il Barolo?
Visto i prezzi per risolvere il problema della fame nel mondo ad expo basta portarsi il cibo da casa.
io direi anche di portarsi il vino, visto i prezzi, assolutamente da capogiro, della proposta a bicchiere e a bottiglia, verificati nello stand, centralissimo, e visibile anche ai ciechi, del Consorzio Franciacorta…
Prezzi da capogiro x i franciacorta….dovrebbe essere contento, ziliani, no?
NON direi proprio Riccardo. Io aborro e mi sono battuto contro i prezzi infami, i prezzi stile svendita, stile prosechin, alla Muratori Villa Crespia, tanto per non fare nomi, ma mi indigno per prezzi stupidamente alti, e senza giustificazione alcuna (allora quanto dovrebbero costare certi Champagne, milioni di euro?) con i quali vengono messi in vendita, pardon, si tenta di vendere, si spacciano determinati Franciacorta. Clamorosamente sopravvalutati…
Entrambi, i prezzi fallimentari e i prezzi da parvenus, arrecano danno alla credibilità di quella zona che io continuo ad amare. Nonostante tutto…
La morale é che il potere giova a chi c’é l’ha e non a chi dovrebbe usufruire di cose ben fatte ed il quotidiano continua a rimanere distaccato da chi si bea del suo potere . Potremmo discutere anche del perché il vino ,all’Expo, venga gestito dall’Ente fiera di Verona che ha stabilito le quote per accedervi .
Ziliani, sa che fatico un po a seguirla sulla polemica che mi pare faccia sulla sponsorizzazione del consorzio franciacorta all”expo? Sulla base di cosa afferma che e’ costosa? Non crede abbiano fatto bene i loro calcoli, analizzando costi e ricavi e individuato una prevalenza dei secondi sui primi? Sa forse qualcosa che a noi comuni mortali sfugge?
guardi enologo, immagino di scarso valore e successo, Marco, che lei faccia fatica a seguirmi nel mio ragionamento non me ne può fregare di meno.
I numeri parlano chiaro. L’operazione Franciacorta Docg official sparkling Expo 2015 é costata, dati ufficiali, “un contributo cash di 380.000 euro e 80.000 euro in vino” e recentemente é stato “approvato il bilancio 2014 e 2015, del quale il budget straordinario relativo a Expo 2015 è di 1.530.000 euro”.
Questi, per me, sono tanti soldi, tanti, che solo alla fine di Expo 2015 i produttori di Franciacorta giudicheranno se avranno rappresentato un investimento utile e produttivo oppure no.
Posso nutrire, senza passare per disfattista, “nemico del Franciacorta” (legga domani e continui a leggere Lemillebolleblog), bastian contrario, disturbatore del manovratore, qualche dubbio in merito? Sopratutto visto che qualche dubbio cominciano ad averlo anche i diretti interessati, ovvero quelli che hanno tirato fuori, con decisione presa a larghissima maggioranza o magari con unanimità, tutti quei soldini per la vetrina del regime PD chiamata Expo 2015?
Grazie! 🙂
p.s.
io sono un giornalista indipendente ed é mio dovere, qualora lo ritengo opportuno, porre delle domande. Anche se poi so già bene che le risposte, per una precisa policy consortile, non arriveranno…
Io onestamente mi sono limitato a riportare testualmente una frase da lei stesso scritta, pochi mesi fa, esattamente qui, verso la metà (“ma per diana….”)
http://www.lemillebolleblog.it/2015/01/27/franciacorta-official-sparkling-wine-dellexpo-2015/
Evidentemente, poi ha cambiato idea.
PS: non capisco perche debba andare spesso a mettere le cose su un piano personale, tirando in ballo il presunto scarso successo del mio lavoro. Tirato in ballo, le rispondo dicendo che va discretamente, abbastanza per non obbligarmi a presenziare manifestazione che ideologicamente non condivido, perche “c’è il verduraio da pagare”
quello che dovevo scrivere ed esprimere, l’ho espresso, se la cosa le garba, bene, se non le garba, me ne frego
Ziliani, ma quand’è che ci parla di vino? Una volta passavo di qua, per leggere di vino, ora ci passo perché mi diverte e mi intristisce assistere alle sue inutili e vane polemiche, prive di coerenza e di senso…
provocatore, guardi che non la costringe il medico a visitare questo blog…
E’ in grado di spiegarmi, in maniera intelligente e razionale, perché le mie polemiche sarebbero, a suo dire, “o
inutili e vane polemiche, prive di coerenza e di senso”?
Forza, mi spieghi, mi convinca…..
Ormai non c’è un post dove non entri in polemica con qualcuno. Grande Ziliani! 🙂
caro amico, non sono io che faccio polemiche, sono gli altri, la stragrande maggioranza di quelli che scrivono, su carta e soprattutto su Internet, che leccano, leccano, sono funzionali al regime, alla marcia Cupola del vino italiano…
Legga e rida! http://www.cronachedigusto.it/component/content/article/16595-2015-07-20-14-29-53.html
In italiano la particella “ci” si elide solo quando seguita da un parola che comincia per i o per e (c’interessa, c’era una volta). In italiano bisogna scrivere “ci azzecca” altrimenti la parola si pronuncia “cazzecca” come “cavolo”.
Interessantissimo….grazie di cuore maestrino acido dalla penna ROSSA….