Libiam nei lieti calici
Serrapetrona Doc Collequanto 2011 Tenuta Colli di Serrapetrona
Pubblicato
7 anni fail

Lo scorso anno mi sono veramente divertito a scoprire le incredibili, imprevedibili doti e potenzialità, che francamente ignoravo potesse avere, di un vitigno che solitamente troviamo citato nei libri di storia del vino e nei manuali di ampelografia, ma con il quale sono pochi a vantare confidenza come la marchigiana Vernaccia di Serrapetrona.
La grande sorpresa é stata scoprire come potesse essere un versatile ed elegante uva da rosati, sia fermi che “spumanti” metodo Charmat, dallo stile molto diverso da quello delle bollicine tradizionali di Vernaccia dove una parte delle uve viene vinificata fresca alla vendemmia e un’altra parte è vinificata dopo un periodo di appassimento di circa 2 mesi.
Ho trovato uno stile dei vini molto più diretto, fresco, moderno (in senso positivo) che rispettando in pieno le caratteristiche di questo antico vitigno, coltivato in zona già in epoca romana e addirittura celebrato a fine Ottocento dall’Annuario per la Viticoltura e l’Enologia del 1893 come miglior vitigno a bacca rossa delle Marche, e oggi coltivato in una ristretta area, nemmeno quaranta ettari, intorno al comune di Serrapetrona, sui colli maceratesi, nel cuore delle Marche, è riuscito a dare ai vini una maggiore facilità di lettura e una possibilità di essere apprezzati non solo dai palati locali.
I vini che mi hanno colpito, il Serrarosa Marche rosato 2011 e lo Charmat denominato Blink, uno dei vini più singolari e divertenti da me degustati nel 2013, erano tutti opera della Tenuta Colli di Serrapetrona, azienda che si è posta come obiettivo “proteggere e conservare nel tempo” la Vernaccia, e divulgarne la storia e le tradizioni. Sfruttando al meglio le possibilità offerte da una nuova denominazione, la Serrapetrona Doc, creata nel 2004, che prevede la produzione di un vino rosso base Vernaccia nera per un minimo dell’85% cui si può aggiungere sino ad un massimo del 15% di altri vitigni non aromatici a bacca nera coltivati nel maceratese.
In azienda però si sono limitati ad usare il nuovo contenitore rappresentato dalla Doc, mantenendo piena fedeltà alla Vernaccia in purezza, addirittura con la convinzione che anche vinificata come vino rosso fermo quest’uva misteriosa si esalti ancora di più, e possa diventare un vino elegante, complesso e longevo. E sulla Vernaccia hanno costruito una linea di vini rossi, diversi tra loro, ognuno dotato di una propria identità, due, il Serrapetrona riserva Robbione e il Marche rosso passito Sommo, che prevedono l’appassimento, con tempi e modalità differenti, delle uve e uno il Serrapetrona Doc Collequanto, che vede la raccolta delle uve nella seconda terza decade di ottobre. E con un affinamento molto più breve, in acciaio ed in legno, rispetto ai 24 mesi trascorsi in legno (grande) del Robbione.
Molto buono, importante, strutturato, di ampia soddisfazione e ricchezza sul palato anche quest’ultimo e una piccola chicca, per gli amanti dei vini dolci, passiti, da meditazione e fine pasto il Sommo, ottimo su crostate, pasticceria secca e torte di una certa consistenza, ma io ho trovato veramente ben calibrato ed in linea con quella vena sapida e minerale che avevo trovato intrigante nei due rosati gustati la scorsa estate soprattutto il Collequanto. Prodotto a partire dall’annata 2003.
Un rosso corposo il giusto e fresco ottenuto da uva Vernaccia in purezza provenienti dalle vigne denominate Vigna Serra, Vigna Piccola, Vigna Cognoli e Vigna Colle, situate tutte nel comune di Serrapetrona e allevate a Guyot ad altezze variabili da 450 a 550 metri, con una resa di circa 80 quintali per ettaro.
E nonostante la raccolta ad ottobre inoltrato il livello alcolico rimane piacevolmente di soli 12 gradi e mezzo, elemento che contribuisce a determinare l’equilibrio e la piacevolezza del vino, ottenuto con una vinificazione molto semplice, diraspatura e pigiatura delle uve, fermentazione per 15 giorni in vasche d’acciaio con pigeage automatico a una temperatura controllata di 20-22 gradi. L’affinamento, come già accennato, è abbastanza breve: 6 mesi in acciaio, 3 mesi in botte di legno di rovere da 25 ettolitri e infine altri sei mesi in bottiglia.
Molto simpatico, diretto e schietto questo Collequanto, colore rubino squillante con leggeri riflessi violacei, luminoso anche se abbastanza consistente e grasso nel bicchiere. Naso intensamente selvatico, pepato, speziato, con spiccate note di erbe aromatiche che ben si fondono con un fruttato succoso che richiama l’amarena, la prugna e le more di rovo, con spiccati accenni salati e petrosi, una vinosità appena accennata, a costituire un insieme molto vivo e fresco, di forte impatto ed espressività.
L’attacco in bocca è ben asciutto, saporoso con una tannicità presente ma non aggressiva, una buona struttura piena e polputa, una certa larghezza e ricchezza sul palato e una persistenza, sempre su toni neri, selvatici, imprevista. Un rosso equilibrato, non privo di eleganza, dal carattere boschivo, piacevole da bere e sapido, che apprezzerete in abbinamento a piatti saporiti, carni in umido e primi piatti con ragù di carne.
Tenuta Colli di Serrapetrona
Via Colli 7/8
62020 Serrapetrona (MC)
Tel. 0733 908329
E-mail info@tenutacollidiserrapetrona.it
Sito Internet http://www.tenutacollidiserrapetrona.it/index.php?lang=it
Due brevi note di presentazione Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura, musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Continua a leggere ...

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