Garantito... da me!
Garantito… da me! Venezia Giulia Verduzzo friulano 2007 Bressan
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7 anni fail

Mantengo l’impegno preso, e senza variazione alcuna sul suo “affaire” di cui abbiamo già parlato e scritto a dismisura, torno a parlare del vignaiolo Fulvio Bressan concentrandomi unicamente sul suo lavoro e parlandovi di uno dei vini più controversi della sua produzione.
Sto parlando del Verduzzo friulano che Bressan vinifica in purezza, rigorosamente secco, con uve che non vengono sottoposte ad appassimento e trasformate in un vino dolce e passito, ma vengono utilizzate allo scopo di ottenere un bianco da lungo invecchiamento.
Due parole innanzitutto su questo vitigno presente da secoli nella storia vitivinicola friulano, come attesta la sua citazione nel documento relativo ad un banchetto in onore di Papa Gregorio XII che presiedeva il Concilio Generale di Cividale, il giorno 6 giugno 1409 dove arrivarono in tavola, tra gli altri, il “Verduzzo” di Faedis e il “Ramandolo” di Torlano, e poi descritto anche dall’Acerbi nel suo “Viti Friulane ne’ contorni di Udine” del 1825. Un vitigno importante di cui esistono due varianti: il Verduzzo verde e il Verduzzo dorato (giallo o di Ramandolo).
Nella versione Verduzzo secco si dice che sia vino da pesce lesso, frittate e in generale da piatti a base di uova, antipasti magri e risotti a base d’erbe, ma se devo riferirmi al Verduzzo di Bressan dovrei confessare che faccio fatica a pensare come collocarlo a tavola, tanto è stravagante, restio a classificazioni, anarchico e imprevedibile.
Fulvio lo ottiene da un vigneto di un ettaro e mezzo del 1990 allevato a Guyot con 4630 ceppi ettaro situato in quel di Corona, frazione del comune di Mariano del Friuli, quindi zona Isonzo, terreno a scheletro prevalente, con forte presenza di sesquiossidi di ferro. Resa per ceppo intorno ai 900 grammi, vendemmia leggermente tardiva e fasi di vinificazione che prevedono pigiadiraspatura delle uve, stazionamento e rimontaggi in criomacerazione nelle prime 48 ore, seguente svinatura e successiva pressatura soffice; decantazione a freddo del mosto ed eliminazione totale di tutta la parte decantata.
Quindi, travasato solo il fiore del mosto fermentazione a temperatura controllata (19 – 21°C) mediante refrigerazione, per circa 20 / 25 giorni, travaso in barrique con i suoi stessi lieviti, si prosegue l’attività fermentativa con bȃtonnage per minimo 8 mesi. Segue unione delle barrique e conservazione in recipienti di acciaio inox per ulteriore affinamento ed amalgama per almeno 2 – 3 mesi. Messo in bottiglia a fine estate e ulteriore affinamento in vetro, prima della commercializzazione.
All’assaggio è un vino che in due, la mia Lei, che da questo vino è stata più turbata che conquistata, abbiamo fatto fatica a “decodificare”, inquadrare e capire, anche se l’abbiamo bevuto con grande curiosità e piacere.
Cominciamo dal colore, un ambra non lavorata – oro, brillante, si propone subito come un vino intenso, dai profumi fitti, densi, caldi e variegati, con note che richiamano l’appassimento e la piena maturazione delle uve giocati su tinte gialle e non bianche: albicocca essiccata, agrumi canditi, pesca noce, fichi, miele, mandorle, con vinosità pronunciata e un qualcosa che annuncia un carattere personalissimo e indomito.
La bocca spiazza al primo impatto, perché si presenta più fresca e viva di quel che gli aromi lasciassero presagire, ed il gusto si sviluppa asciutto, largo, pieno, con grande concentrazione e densità, con un buon dinamismo e una vena minerale e salata, ma il vino cambia progressivamente le carte in tavola mostrando una carica tannica, leggermente e per me piacevolmente ruvida, da vino rosso, una vena acida che dà persistenza lunga, e un retrogusto di mandorla amara molto spiccato.
Un bianco imprevedibile, personalissimo che io abbinerei a formaggi di capra e a formaggi a pasta dura stagionati, più che ad un piatto di pesce. Vino bizzarro, ricco di estro, molto in linea con lo stile Bressan.
Bressan mastri vinai
Via Conti Zoppini, 35
34070 Farra d’Isonzo (Gorizia)
Tel. ++39 0481 888 131 e-mail bressanwines@tin.it
sito Internet http://www.bressanwines.com/indexitaliano.html
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Due brevi note di presentazione Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura, musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Continua a leggere ...

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