Libiam nei lieti calici
Soave Classico Pressoni Cantina del Castello
Pubblicato
8 anni fail

Non dovrei aggiungere molto a quanto ho già annotato, lo scorso aprile, in un commento pubblicato a margine di una bellissima degustazione milanese, condotta per Onav, di un folto gruppo di vini di questa veneta e italica denominazione: il Soave, nelle sue diverse tipologie, è un vino “maledettamente” serio, nonostante le sue dimensioni importanti, gli oltre sessanta milioni di bottiglie prodotte, i circa 7000 ettari vitati, il fatto che la produzione sia appannaggio non solo di una fitta rete di piccole e medie aziende agricole, ma anche di una serie di grosse aziende imbottigliatrici e di un gruppo di cantine sociali, anche di grosse dimensioni, che cercano un po’ tutte di fare qualità.
E’ del tutto erronea e decisamente da rivedere l’idea diffusa che il Soave sia solo un vino molto popolare e prodotto in quantitativi importanti, spesso disponibile a basso prezzo nei canali della GDO o negli hard discount, e non quel classico, dalle innumerevoli sfaccettature, legate al terroir, alla provenienza di quella grande uva che è la Garganega da vigneti vocati e dalla loro collocazione, che in realtà é.
Purtroppo nell’immaginario collettivo, anche nella mentalità del tipo di consumatore più maturo e consapevole, il Soave deve ancora conquistare uno status e un blasone di grande vino bianco italiano, di grande classico dei bianchi da vitigni autoctoni.
Questo nonostante il suo territorio possa vantare una complessità geologica che pochissimi altre zone del vino possono vantare, tale, scrivevo, da formare “una mappa dei cru precisa dettagliata, redatta ovviamente in base all’origine geologica dei terreni, estremamente differenziata, che comprende sia terreni di origine vulcanica che altri di origine calcarea e altri ancora che presentano un mix dei due tipi di terreno, che trova perfetta corrispondenza nelle caratteristiche dei vini.
Nel loro gusto, nel loro profilo aromatico, nel grado di acidità, nella maggiore o minore mineralità, nella presenza più spiccata o sfumata dei caratteri fruttati, accanto a quelli floreali, nella loro ricchezza e corposità, nella disposizione superiore o inferiore ad evolvere positivamente nel tempo, nella loro piacevolezza subito, da giovani, freschi di imbottigliamento, oppure con un anno o due di bottiglia, quando c’è stato tutto il tempo di sviluppare caratteristiche meno appariscenti e più sostanziali.
Un universo variegato composto da terreni basaltici rossi, terreni calcarei, terreni basaltici, terreni basaltici con affioramenti calcarei, terreni di basalto nero o di basalto e tufo…
Tante le cantine protagoniste oggi nel mondo del Soave e del Soave classico in particolare e una di queste è senza alcun dubbio la Cantina del Castello che il presidente del Consorzio Soave, Arturo Stocchetti, conduce nel cuore di Soave nel palazzo dei conti Sanbonifacio, da 12 ettari, per una produzione di 130 mila bottiglie complessive.
Tre i Soave, in larghissima parte a base Garganega, che produce, un esemplare “base” e due cru, il Pressoni ed il Carniga, il secondo dei quali viene commercializzato in seconda battuta ed è un Soave ampio, carnoso, da bocca larga e piena e a lunga gittata. Io confesso una mia particolare predilezione per il Soave “base”, una produzione di centomila bottiglie ed un rapporto prezzo qualità molto vantaggioso, ottenuto da Garganega 90% – Trebbiano di Soave 10%, da vigneti allevati pergola veronese semplice e spalliera bassa, posti sulle colline della zona classica che guardano Soave e la vallata dell’Alpone fra i paesi di Monteforte d’Alpone e Brognoligo. I vigneti sono situati ad un’altitudine di 200/250 metri slm. Terreni basaltici d’origine vulcanica ma situati in zone dove sono presenti anche terreni con scheletro marcatamente calcareo d’origine sedimentaria costale.
Un bel vino questo base, tutto giocato sulla fragranza, pulito, incisivo, salato, con mandorle e nocciole in evidenza almeno nella versione 2011 da me recentemente gustata, e una precisa nota agrumata e di fiori bianchi. Un vino che ne stappi una bottiglia e rischi di berne due, mangiando e non, grazie alla sua bellissima vena acida nervosa, al grande sale, al perfetto equilibrio e alla sua grande freschezza.
Il mio prediletto però è il Soave Classico Pressoni, così chiamato perché le uve, Garganega 80% – Trebbiano di Soave 20%, vengono dalla località Pressoni in comune di Monteforte d’Alpone, da un vigneto situato a 200/250 metri slm con esposizione est, sud-est e terreno basaltico d’origine vulcanica e di natura argillosa.
Dodicimila le bottiglie prodotte per un vino che inspiegabilmente non viene recensito nell’edizione 2013 della strana guida Bibenda (ex Duemilavini) per un vino (resa ridotta a 100 quintali per ettaro) la cui vinificazione si svolge in vasche d’acciaio a temperatura controllata con successivo affinamento “sur lie” per tre mesi circa, seguito da quattro mesi di riposo in bottiglia prima della commercializzazione.
Per non farmi mancare niente di Pressoni, nel corso della mia recente visita novembrina, (quando ho avuto il piacere di accompagnare la raffinata ambasciatrice del vino italiano di qualità in Polonia, Elisabeth Poletti, che sta per introdurre nella sua patria i vini di questa cantina) ne ho potute, bontà di Stocchetti, gustarne due, il 2011, ancora giovane, tutto freschezza, dinamismo, nerbo, ampiezza calibrata in bocca e un grande slancio e dinamismo, da vino di personalità spiccata, ed il 2010, che ho trovato super, colore paglierino intenso, profumi ricchi, complessi, con passaggio dal registro agrumato a quello fruttato (pesca gialla), e poi sfumature di crema pasticcera, mandorla, biancospino ed un gusto succoso, caldo, avvolgente, di grande ampiezza, direi quasi mirabilmente voluminoso e strutturato, ma con una chiusura piena di energia tutta mineralità, sale, e vena precisa verticale che richiama ancora la mandorla.
Un Soave classico di grande armonia, che potrete giocarvi su una vastissima gamma di abbinamenti, dove il pesce è ovviamente il protagonista. Un Soave perfetto per far capire che con il Soave, nelle sue migliori espressioni, ci troviamo di fronte al vero bianco classico italiano, un vino dal linguaggio universale.
Cantina del Castello
Corte Pittora 5 Soave VR
tel. 045 7680093
e-mail cantinacastello@cantinacastello.it
sito Internet www.cantinacastello.it
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Due brevi note di presentazione Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura, musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Continua a leggere ...

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