Provate ancora a sostenere che Facebook è solo una cosa da ragazzini, una cosa che serve solo per giocare e divertirsi! Ieri pomeriggio, usandolo cum grano salis, in maniera intelligente, due giornalisti di antico pelo, di quelli che credono ancora a certi valori, sono riusciti a smascherare un tale, come definirlo sarete voi a suggerirlo (siete invitati a proporre le vostre soluzioni per ribattezzarlo da oggi in poi), che scrive di vino su un proprio sito Internet e su un paio d’altri, e che per farlo ha la faccia di tolla (eufemismo) di scrivere alle aziende chiedendo un corrispettivo economico per le sue prestazioni.
Tutto è cominciato, e guardate quanto sia da prendere in seria considerazione Facebook, da un testo pubblicato sabato sera sulla pagina della nota piattaforma per le discussioni on line, dal giornalista napoletano Luciano Pignataro (testo che si può leggere, qui, anche sul sito di Luciano) che tra l’altro dichiarava testualmente: “Sulla posta ho ricevuto una lettera di un’amica produttrice. Uno sfogo, certo, ma anche una riflessione più profonda. Le ho chiesto il permesso di pubblicarla e lei me lo ha concesso chiedendo di mantenere l’anonimato. Come sapete non è una forma di comunicazione che amo perché spesso nasconde false identità e false notizie, ma in questo caso la lettera, emendata dai riferimenti specifici alle persone e alla rivista in questione, è uno spaccato interessante per capire in quali condizioni si trovino a lavorare tante piccole aziende.
E di come sia difficile, per non dire impossibile, distinguere in Italia tra giornalismo, critica e pubblicità. Ritengo giusto dunque pubblicarla per rifletterci”.
Nella sua amareggiata lettera aperta la produttrice affermava che “qualche sedicente giornalista e blogger, tuo amico tra i mille e più su Fb, uno in polemica aspra con Ziliani, ci ha scritto via e-mail qual è il prezzo per una recensione dei nostri vini. Non so se sia storia comune ad altri, ma ci ha contattati dopo aver letto la recensione su un nostro vino nel tuo sito. Ti confesso che mi è stata necessaria una riflessione per capire che eticamente c’è qualcosa che non va quando ricevi telefonate con offerte di editoriali a pagamento.
A volte sono così spudorate che sembrano una prassi talmente comune che non ti chiedi se siano richieste “lecite”.
Pubblicata questa cosa si è aperta, tra una marea di commenti sdegnati e solo qualche giustificazione e distinguo proposti da qualche grullo, la caccia al disinvolto personaggio, facilitata dal fatto che ad un certo punto un altro produttore, riconoscendo nella descrizione della collega il modo di presentarsi del tale, mi ha contattato inviandomi il testo della mail da lui ricevuta con analoga proposta di servizi a pagamento, ovvero la richiesta di soldi per scrivere dei suoi vini e dicendomi chi ne fosse l’autore.
Il finale è quello che doveva esserci nelle belle storie a lieto fine, ovvero l’intervento della produttrice che aveva scritto a Pignataro, Sara Carbone, con la rivelazione del nome del disinvolto personaggio e la pubblicazione sulla pagina di Luciano di Facebook e la conferma essere lo stesso che aveva scritto ai due (e a chissà quanti altri) produttori di vino.
Non mi interessa, in questa sede, fare il nome e cognome del tale, che ormai tutti conoscono e che figura sulla pagina di Facebook di Luciano Pignataro (per avervi accesso occorre avere un account su Facebook e figurare tra gli amici di Luciano) che ospita l’intervento intitolato Il giornalismo del vino tra etica e pubblicità.
Quello che penso sia più interessante, oltre a documentare la richiesta invitata dal poveretto ai produttori, con la pubblicazione, qui sotto, del testo della sua e-mail (così triste, con quel linguaggio burocratico da travet) emendato dal nome del personaggio e dal riferimento ai siti dove assicura avrebbe pubblicato le sue recensioni, pardon, redazionali pubblicitari, sia condannare un metodo squalificante e vergognoso cui, temo, non faccia ricorso solo il tizio in oggetto (nuovamente smascherato, come gli era capitato di recente quando si era rivelato essere l’autore di una serie di commenti inviati, con nickname, a questo blog…)., sia stendere un pietoso velo su come ci si possa sbugiardare e perdere la faccia proponendo, va bene che ci sono la crisi e la recessione!, enomarchette a prezzi di saldo, 250 euro per il servizio completo.
Quanta tristezza e quale schifo suscitano queste cose! Una cosa è certa: da questa squallida vicenda partirà l’iniziativa, assunta congiuntamente da me, Luciano Pignataro e altri giornalisti e comunicatori dell’informazione, di chiedere agli organizzatori di eventi sul vino, degustazioni, banchi d’assaggio, anteprime, di scegliere, se continuare ad invitare anche personaggi del genere, che svolgono la loro attività di “giornalisti” o presunti tali servendosi di questi mezzucci da magliari, o se decidere finalmente di invitare solo persone che svolgano in maniera corretta e specchiata, alla luce del sole, la loro attività di giornalisti e comunicatori del vino. Tertium non datur.
Se vogliono continuare ad invitare anche i furbetti che chiedono soldi alle aziende per scrivere dei loro vini, bisognerà avere il coraggio civico di dire ai vari Consorzi ed enti organizzatori, bene, allora noi non parteciperemo alle vostre manifestazioni. Liberi di scegliere, di stare dalla parte dei magliari o dalla parte delle persone perbene…
Ecco il testo della mail inviata dal personaggio smascherato ai produttori di vino
Gentile produttore, se avrà piacere che tutti, o alcuni dei suoi vini vengano degustati e da me recensiti, solamente qualora le impressioni di degustazione siano nettamente positive, e dopo suo preventivo benestare alla pubblicazione, potrò scrivere un articolo apposito per la sua azienda e pubblicarlo sul mio sito internet :
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ed anche sui siti:
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(Credo che la visibilità raggiungibile con questi tre siti insieme, sia di gran lunga superiore di quella ottenibile con una partecipazione ad una manifestazione di settore, o di una pubblicità su rivista cartacea, che come sappiamo hanno dei costi enormemente superiori !! )
Per questa lavoro e collaborazione quantifico una somma complessiva di euro 250,00, che le darà diritto:
1) alla recensione della sua azienda, degustazione prodotti aziendali e pubblicazione, previo suo preventivo benestare, dopo che avrà letto le mie schede di degustazione;
2) l’inserimento per un anno del suo logo/ banner aziendale in tutte le pagine del mio sito xxx, che nel corso del 2007 ha totalizzato oltre 500.000 pagine lette, e nel solo mese di luglio 2008 ha superato le 83.000 ( ottantatremila ) pagine lette.
A disposizione per ogni altra informazione che le dovesse servire, le comunico il recapito per la spedizione dei campioni da degustare e recensire:
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Grazie a presto, con l’ auspicio che da tutto questo possa iniziare una proficua collaborazione