Insistenti e preoccupanti rumors in arrivo da Montalcino, ma anche dalla Germania e dall’Olanda, riferiscono che ci sarebbero alcune cantine (si parla di 4-5) sotto sequestro a causa del ritrovamento in cantina, da parte dei Nas e della Guardia di Finanza, di vino pugliese che sarebbe stato venduto (anzi, spacciato) come Brunello di Montalcino.
Il reato sarebbe quello, consueto, di “frode in commercio e falso in atto pubblico”, già contestato, come scritto qui, alla Marchesi Frescobaldi nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Firenze riguardante “presunte violazioni sulle norme che regolano la protezione delle uve e i criteri per le denominazioni di origine dei vini”.
Per correttezza dell’informazione non riporterò i nomi delle aziende che si dice siano coinvolte in questa inchiesta. Dirò solo che sono tutte aziende situate nella zona sud ovest e che si tratta di nomi importanti e ben noti sui mercati di tutto il mondo.
Sarà mia cura dare altri aggiornamenti nel caso venga a conoscenza di ulteriori sviluppi della triste vicenda. Che conferma quanto solo gli imbecilli, i disonesti, o le persone senza naso e palato e soprattutto senza onestà intellettuale affermano, ovvero che il Brunello di Montalcino sia tutta farina del sacco dei vigneti locali e del Sangiovese.
Gli assaggi, anche quelli di Benvenuto Brunello 2008, fanno invece chiaramente capire, a chi non voglia fare come le tre scimmiette, come nel buio delle cantine di Montalcino diversi vini vengano arrangiati in maniera invereconda.
Colgo l’occasione per battere le mani alla nuova gestione e presidenza del Consorzio Brunello di Montalcino, impersonata dal conte Francesco Marone Cinzano, che del tema controlli, trasparenza, rispetto delle regole ha fatto, come dimostrano queste inchieste in corso (nonché la richiesta fatta per vie legali ad un produttore californiano di origine italiana – leggi – di smettere di usare il nome “Brunello” per il vino prodotto nella sua azienda), che non guardano in faccia a nessuno, un proprio, lodevolissimo, cavallo di battaglia.
Auguri a tutti di Buona Pasqua, soprattutto ai tantissimi produttori onesti e coscienziosi che a Montalcino e nel resto d’Italia, onorano il buon vino italiano, la sua immagine, la sua credibilità.