Anche se ci dimentichiamo un po’ troppo spesso di lei, la Sardegna resta una delle regioni vinicole italiane più interessanti e autentiche e maggiormente in grado di esprimere una produzione fortemente rispettosa di una salda tradizione resa possibile dalla presenza di una serie di importanti vitigni autoctoni nonché di altri provenienti dal bacino del Mediterraneo.
Terra di bianchi sapidi ed eleganti, soprattutto base Vermentino, l’orgogliosa isola, di un vino unico ed inimitabile come la Vernaccia di Oristano, ma soprattutto patria di grandi rossi, base Cannonau, Carignano, ma anche espressione di altre uve meno note quali Bovale, Cagnulari, Pascale, che attentamente vinificati e affinati con sapienza, hanno raggiunto un livello qualitativo molto importante e grandi punte d’eccellenza.
Una nuova Sardegna del vino (e della cucina, perché le due cose non possono mai andare disgiunte) che meritava di essere raccontata e testimoniata con competenza, che aveva bisogno di un interprete che se ne facesse appassionato cantore.
Un ruolo impegnativo, sicuramente, ma che ha trovato in Piero Careddu sommelier ed enogastronomo e proprietario in Sassari del ristorante Antica Hostaria, il personaggio ideale, come dimostrano le pagine, dense di suggestioni, di entusiasmo enoico, di esperienza e di sottile suggestione, del volume, da lui curato, Selezione Grandi Rossi. Grandi vini e nuova cucina di Sardegna (180 pagine 16 euro) pubblicato per i tipi della Magnum Edizioni e impreziosito dalle belle immagini della fotografa Valeria Brandano.
In questo libro, corredato da appendici relative alla storia del vino in Sardegna, all’arrivo del flagello della fillossera nell’isola sul finire dell’Ottocento, ai vitigni Monica e Carignano, Careddu ci presenta, in forma di racconto, con un linguaggio descrittivo e molto suggestivo, diciotto vini rossi che a suo parere (evviva la libertà ed il coraggio di scegliere e di proporre una propria personale selezione) rappresentano oggi il meglio della produzione vinicola isolana in materia di vini rossi.
Lo fa in maniera originale e completa fornendo un’impeccabile scheda d’assaggio di ogni vino, una dedicata alla cantina produttrice, e poi abbinando ad ogni vino un piatto, di cui viene proposta dettagliatamente la ricetta e la “filosofia” che ha suggerito l’abbinamento. Il risultato é un viaggio appassionato a tappe, scandite dalla succulenza delle preparazioni (ravioli di cipolle rosse, carré di maialino, padellata di calamari, gnocchetti di semola, filetti di ombrina, coscia di lepre, ecc) attraverso riserve di Cannonau, Carignano e Cagnulari in purezza, tra vini divenuti ormai dei classici moderni come il Turriga ed il Terre Brune e altri tutti da scoprire (il Cannonau Josto Miglior degli Antichi Poderi di Jerzu, il Nebbiolo Dolmen della Cantina Gallura, il Luzzana di Cherchi, il Cagnulari di Feudi della Medusa, il Buio Rosso di Mesa, l’Essentija dei Fratelli Pala, ecc.) di cui Careddu ci fornisce la chiave di lettura.